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Avvenire, 20 ottobre 2023

«Il mondo va al contrario: i lavori più importanti per la comunità, come gli insegnanti e coloro che si occupano degli anziani, sono pagati poco, mentre altri, in industrie che creano danni sociali e ambientali come i combustibili fossili o il tabacco, hanno stipendi spropositati. Occorre capovolgere questa prospettiva: gli stipendi dovrebbero riflettere il contributo alla società, non la capacità di generare profitto. Inoltre, solo l’introduzione di un salario minimo in tutti i Paesi, anche in Italia, può contribuire a combattere il fenomeno del lavoro povero. Perché la contrattazione collettiva a livello sindacale resta importante, ma solo se poggia su una base comune salariale sufficientemente alta da contrastare povertà ed esclusione sociale». Lo sottolinea, ad Avvenire, Olivier De Schutter, Special Rapporteur dell’Onu sulla povertà estrema e i diritti umani, che oggi presenterà all’Assemblea generale delle Nazioni Unite il suo rapporto in cui esorta Stati e aziende a implementare il diritto ad un stipendio equo.

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